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Un post leggermente nostalgico: il coniglio (el conejo) cotto nella stufa a legna come lo cucinava la mia nonna Rosa.

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Cucinare il coniglio può suscitare qualche reazione negativa, ma come ho già detto, in questo blog raccontiamo la cucina generazionale…quindi a voi la ricetta.

Il nostro coniglio ha vissuto libero in una collina incantevole, nutrito in maniera assolutamente biologica, ne deriva un “prodotto” dal sapore fantastico. Niente cattivi odori di mangimi o altro.

La preparazione è estremamente semplice: nella pancia mettiamo salvia, un rametto di rosmarino, qualche bacca di ginepro e qualche fettina di guanciale/pancetta/lardo salato, sale qb.

La carne del coniglio è molto delicata e dolce, a mio parere eccessivamente magra, ecco il perché del guanciale.

Un filo d’olio nel fondo del tegame, una generosa dose di sale e nient’altro. Se piace potete aggiungere del vino bianco, nel caso mio non ho aggiunto nient’altro e vi assicuro che è stato magnifico. La cottura nella mia stufa è molto approssimativa, tutto a occhio, non avendo un termometro. Quando presenta una colorazione aranciata è pronto, non esageriamo con i tempi di cottura per evitare che si asciughi troppo avendo come risultato una carne stopposa.

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La cottura è comunque lenta ed essendo affamati abbiamo fatto un aperitivo/antipastino con le frattaglie del coniglio. In una padella abbiamo messo gli stessi ingredienti usati per la cottura del coniglio: un filo d’olio, salvia, rosmarino e un battuto leggero di guanciale. 10 minuti sui cerchi della stufa ed è pronta una delle cose più squisite della nostra tradizione culinaria contadina. Per non sbagliare ho spadellato assieme anche qualche pezzetto di pane nero.

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Per contorno un insalata di spinacini freschi e croccanti, conditi con un filo d’olio nuovo siciliano, aceto di mele e un pizzico di sale: fantastici!

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