LA MiA PUTANA

Una vecchia ricetta dal nome stupendo giustificato da mille leggende.

A Schio, città natale di mio padre, la si chiamava macafame, mentre nella vallata opposta, quella di Valdagno il macafame è una torta con farina di mais, salsiccia, salame e credo sangue di maiale, tutta un’altra cosa!!!

Tornando alla putana, è una torta “svuota frigo/dispensa”, ed io adoro le ricette di recupero, dato che odio gettare il cibo!!!

Il procedimento sarà un po’ lungo, ma come dico sempre, cucinare deve essere un momento in cui ci prendiamo del tempo per noi con il dolce pensiero che il risultato finale sarà un momento di convivialità con le persone care.

Come prima cosa mettete in ammollo in un vino passito che vi avanza, o una marsala, un porto o qualunque liquore che vi piace, l’uvetta e i fichi, questi ultimi tagliati a pezzettini.

Prendete la buccia dell’arancio e fatela a pezzettini piccoli, sciogliete in una padellina dello zucchero con un goccio di liquore (io preferisco il grand marnier, essendo un liquore aromatizzato all’arancia) e fate caramellare le scorzette.

Tagliate le mele a pezzettini e spadellate anche queste nella stessa padella delle bucce d’arancia (dopo averle tolte) fino a caramellarle leggermente, non servirà molto.

Recuperiamo il pane vecchio che abbiamo in casa e mettiamolo in ammollo nel latte, io ultimamente uso il latte di riso o riso e mandorla che risulta più leggero.

Non lascio troppo in ammollo il pane, mi piace trovare i pezzettini di varie densità mentre mangio la torta e di conseguenza non saprei darvi un tempo d’ammollo, dipende da che pane, da quanto è raffermo, insomma quando vedete che è ammollato abbastanza lo spezzettate con le mani, non troppo però se no diventa una pappetta.

In una ciotolina sbattete le uova con lo zucchero e incorporatele al pane, quindi l’uvetta e i fichi, le mele, le scorzette d’arancio, i due cucchiai di farina e un pizzico generoso di sale.

Opss dimenticavo la vaniglia, prendete il bacello di vaniglia, schiacciatelo e dopo averlo inciso estraete i semini che finiranno anche loro nell’impasto.

Imburriamo e spolveriamo l’interno di una teglia non troppo alta (in gergo casalingo: il Testo) con lo zucchero prima di metterci tutto il nostro impasto, quindi in forno a 180° fino a cottura ottimale: una bella crosticina dorata in superficie.

Qui il test dello stuzzicadenti non funziona, quindi un po’ di attenzione ed ammore.

  • 300 gr di pane raffermo (Pan Vecio)
  • 300 gr. di zucchero di canna
  • latte qb, più o meno ½ litro
  • una manciata di uva passa
  • 4/5 fichi secchi
  • 2 mele verdi
  • 1 arancia
  • 1 bacello di vaniglia
  • liquore che vi piace
  • 2 cucchiai di farina
  • 2 uova
  • sale.