LACOSTATA

La carne ai ferri è un rito! anche se ultimamente si è modificato con l’avvento del barbecue.

Ho resistito per anni senza cedere al mostro con il piezoelettrico e il gas, l’americanata da telefilm con l’apribottiglie nel pinzone o nella spatola gigante gira hamburger.

Anche qui le tradizioni e i ricordi giocano un ruolo importante, nel senso che anche la carne ai ferri era un momento di festa e di convivialità, in compagnia attorno al fuoco con un bel bicchiere di vino rosso di discutibile qualità ma BOTANICO, termine che veniva usato per identificare un vino fatto in casa dal contadino e che quindi lo si riteneva assssolutamente buono ;-(

la costata

Parlavamo di evoluzione/involuzione nella cucina, beh nella grigliata ho avuto l’evoluzione nel barbecue (nei giorni feriali e per massimo 4/6 persone) se di evoluzione si vuol parlare, mentre nel weekend braci di Licio Scopa, sale e niente altro.

Anni fa le abitutdini erano diverse: si metteva la carne a marinare nell’olio e spezie, o dopo la cottura la si adagiava in olio, origano, pepe, addirittura l’aceto… oggi tolgo la carne dalla griglia e la servo direttamente in tavola, qualità e nient’altro!

la costata

Anche qui la ricerca della materia prima è fondamentale, un mio sogno è quello di tornare all’allevamento degli animali in libertà, le galline che razzolano e le mucche al pascolo, i conigli che corrono velocissimi sui filari delle vigne… e poi la loro fine, in pentola.

Un racconto che spesso ritorna nelle sere d’inverno narra di come mia nonna, dopo la morte di una sua coniglia che aveva appena messo al mondo i coniglietti, si sostituì ad essa tenendo i piccoli coniglietti in grembo al caldo. Resta per me un mistero come dopo tanto amore ci si possa cibare degli stessi coniglietti, che nel frattempo erano diventati dei bei conigli forti e robusti!!!

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