LE SUPER 5 UN ANNO DOPO

La cena delle super 5, almeno una volta l’anno tocca.


Eccoci dunque tutti attorno al tavolo di casa Marchesini per una rimpatriata all’insegna della leggerezza…più o meno come si potrà evincere dal menù.

Gli antipasti: mozzarella di bufala rigorosamente stracciata con le dita (non ci crederete ma fa la differenza) abbinata ad un’acciughetta siciliana e ai capperi sott’olio, ultima novità in cuxina arrivata sempre dalla mia foodscout Tiziana.

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Gli aspargi in questo periodo in casa nostra la fanno da padrona, qui tagliati dal piccolo chef Mattia a brunoise (cubettini minuscoli e tutti uguali) e serviti su un ovetto di quaglia all’occhio di bue (in questo caso lo definirei occhio di vitellino visto le dimensioni) un bocconcino davvero fantastico, provatelooooo!!!

Andando a campi si trovano in questo periodo le rosole, la pianta del papavero che, a detta del mio vecchio amico Erio, contengono un potere… diciamo … utile… per noi maschietti. Non ne sono sicuro, ma nel dubbio ho fatto delle tortine monodose di pasta brisè e le ho farcite con le rosole, ricotta di malga, parmigiano e sopra alcune fettine di scamorza affumicata e semi di papavero (qualora non bastasse la pianta ;).

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I ravioli ormai sono un’usanza delle nostre cene, ogni volta ripieni di cose buone dal mondo. Oggi abbiamo fatto un mix di erbette spontanee che abbiamo raccolto passeggiando per le colline di Gambugliano a me molto care: bruscandoli, tanoni, carletti e aglio orsino, spadellati e uniti anche loro alla ricotta di Erica con il formaggio grattugiato. La pasta rigorosamente fatta in casa con uova di gallina felice, farina di tipo2 e semola.

Come si potrà vedere dalle foto scattate dalle mie amiche Lorna e Silvia ne abbiamo fatti di due tipi, sotto la sapiente maestria delle mani della mia dolce Danijela, uno a mezza luna e uno a tortellone, il secondo era ripieno della farcia delle tortine che ci era avanzata.

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I condimenti: per le mezzelune il burro di malga con lo zafferano, per i secondi olio, gli avanzi della brunoise di asparagi, peperoncino, i semi di papavero e per finire una grattata di ricotta affumicata stagionata; il commento “questi devi brevettarli” della mia amica Barbara è stato emblematico che ben esprimeva la buona riuscita di questo piatto.

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Come secondo, il ritorno degli asparagi, questa volta verdi coltivati dall’amico Gianfranco nelle colline di Lonigo. “legati” a tre con la nostra pancetta affumicata, olio pepe sale e passati al forno per una ventina di minuti e il secondo, ruffiano quanto basta, è servito.

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Il dessert è ormai come i ravioli un must di casa: el xabajon espresso. Di volta in volta lo si fa con i liquori a portata di mano, per l’occasione avevamo niente meno che sua maestà il Torcolato di Firmino Miotti, che dire, non ci sono fiori o gioielli che possano competere per far sciogliere una bella donna… daghene de Xabajon!

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