UN TAi Di GUSTUS

Premetto che non sono un intenditore di vino, bevo da molti anni e tendenzialmente bevo solo vino di qualità. Bada ben che qualità non è sinonimo di prezzo alto, anzi!

Proprio ieri sera ho conosciuto dei piccoli produttori di vini eccezionali, onesti, con etichette più o meno fiche.

Lo staff di Studio Crù, sempre molto carini ed efficienti, mi hanno invitato a partecipare a Gustus, l’unico evento di cultura enologica all’interno delle mura vicentine.

La location è davvero incredibile, lo spazio Scarpa, in corso Fogazzaro sopra la mitica libreria La Vigna, si tratta di uno spazio (non vorrei sbagliarmi ma credo di 650 mq) ristrutturato molti anni fa dal mitico architetto Carlo Scarpa per suo uso privato.

A onor del vero l’ho trovato molto trascurato, i volumi sono bellissimi, ma la conservazione davvero triste, peccato!

Veniamo quindi alla degustazione di questo che pare, a quanto ho capito, essere l’unico vitigno autoctono italiano.

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Per vari motivi non mi addentrerò sulle origini e sugli aspetti organolettici di questo nettare che è diventato il mio vino preferito.

Cito alcuni nomi che prende il nostro Tai rispetto alle località dove viene coltivato: Cannonau, Grenache, Alicante, Roussillon, Garnacha, Granaxa, Grénache, Tintoria, Uva di Spagna, Vernaccia di Serrapetrona, Retagliadu nieddu, Vernaccia nera.

Ecco, non sapevo che il nostro Tai (abbiamo perso il titolo di usare il nome completo Tocai pare per una controversia con gli ungheresi) fosse anche il Cannonau sardo e sinceramente non ho capito il perché, il merlot è merlot ovunque lo si coltivi e il Tai no… chiederò al None, mio maestro enologico.

Come si diceva ieri sera, questo vino l’ho sempre conosciuto come un vinello profumato e leggero, da bere anche fresco, abbinabile ottimamente con il pesce, ultimamente è stato invece stravolto e vinificato con basse rese e attraverso appassimenti, vendemmie tardive ecc.. è divenuto anche lui un vino dalle spalle larghe.

Menzione speciale alla cantina Ca’ Duso, miei vicini di casa a Gambugliano (per esattezza loro sono l’ultima casa del comune di Costabissara) a cui ho ridisegnato le etichette e con cui stiamo sviluppando un progetto di comunicazione assieme, i loro vini e in particolare il loro Tai è in assoluto uno dei miei preferiti!!!

Bene, rientro nel mio mondo di “impastastorie” per accennarvi che dopo il turbinio di alcol, il mio corpo abbisognava di cibo, in dialetto si dice “par sugar su” e solo soletto mi sono infilato in questo posticino davvero carino di cucina indiana… ma non aggiungo altro perché scriverò un post una volta conosciuta la titolare che proprio ieri sera aveva il suo giorno libero, quindi arrivederci da Tiffs.

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