GLi Zii D’AMERiCA

 Ogni due anni, esattamente come la biennale d’arte di Venezia, puntuali arrivano gli zii d’America.

Marco è uno dei miei due fratelli maggiori, diciamo che sta in mezzo fra me e Sante, vive in America da quasi 30 anni e più precisamente a S. Francisco.

Sposato con Everett si occupa di green design mentre Ev crea delle meravigliose stoviglie, ciotole, piatti e tazze in terracotta di rara bellezza.

Per l’ultima cena ho riunito tutta la family (in verità mancavano Mattia, in trasferta per lavoro, e mio nipote Jacopo) attorno al nostro tavolo in terrazza.

Il pesce arriva dall’amico e fidato pescivendolo Riky Mar dove la freschezza non è messa in discussione, ma vado di seguito a raccontarvi cos’ho spignattato.

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Come antipasto ho fatto un tris di cose fresche e sfiziose: treccia di bufala campana con l’acciughetta, boccone tanto semplice quanto fantastico! Va da se che qui la qualità la fa da padrona…

Insalata di baccalà, o merluzzo fresco che arriva direttamente dalla Norvegia e più precisamente dalle isole Lofoten.

Chissà se Pietro Querini, il mercante veneziano che naufragò nel 1432 al largo di queste isole, poteva mai immaginare che il riportare in patria il merluzzo essiccato sarebbe diventato uno dei must della nostra gastronomia, sua maestà il Baccalà alla vicentina… resterà un mistero.

Tornando all’insalata, filetto cotto al vapore per 10 minuti, lasciato raffreddare per lavorarlo meglio, andremo a condirlo con olio pepe sale, del sedano bianco a pezzettini, olive taggiasche e capperi sotto sale. Cosa vi posso dire di questo antipasto? RAFFINATO è l’aggettivo più consono!!!

Il terzo “spuncioto”: tartare di tonno siciliano con albicocche, condita semplicemente con olio, sale e pepe di Sichuan.

L’accostamento con le albicocche mi è venuto in mente vedendone 4/5 dimenticate nel mio frigorifero, le raccoglie un personaggio che sembra uscito da un libro di elfi e streghe del bosco. Ha il suo banchetto (quasi sempre mono tema, uva passa, ciliegie marinelle, prugnette curiosamente minuscole ecc..) al mercato di ortofrutticolo di Vicenza e lo si riconosce dalla lunghissima barba bianca. Tornando in frigorifero ho immaginato la consistenza delle albicocche e del tonno e l’ho trovata esattamente uguale, fatta eccezione per la buccia del frutto che apportava la giusta acidità, ottimo davvero!

Dopo il tris iniziale la cena è proseguita con un crostone di pane tostato alle noci (già decantato in questo blog) con una spadellata di calamaretti spillo e pomodorini, uno dei miei piatti preferiti della serata.

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È il momento della piovra, lessata e ripassata in padella ad abbrustolire ben bene, servita al naturale su una crema di pomodori, acciuga e aglio.

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Ormai lo sapete tutti che nella mia cuxina non entra molto spesso la cipolla, ma per la mia famiglia ho fatto un eccezione: sogliole nostrane in saor di cipolla rossa in agrodolce, cotta nel vino rosso e accoppiata all’uvetta passa. A dire dei commensali uno dei piatti più riusciti, “me fido”.

Ultimo, un filetto di sgombro nostrano cotto in padella piano piano e solo sul lato della pelle, una volta che il pesce ha cambiato colore è pronto. Con del basilico fresco raccolto al momento (è fondamentale) e un cubetto di ghiaccio ho creato una semplice emulsione da accompagnare al filettino, servito assolutamente al naturale con solo qualche fiocco di sale maldon.

I contorni, delle zucchine del nostro orto spadellate con menta e olio di sesamo e fagioli freschi, “scarolà dalla nonna Iaia, cotti nell’acqua di cottura della piovra (un ideona fantastica) conditi con olio e prezzemolo.

Lo sgroppino di mango e vodka è stato il tocco di classe per finire una cena veramente deliziosa, fresca e per nulla impegnativa.

Ps. Mi scuso per la pochezza delle foto, ma cucinare da solo per 10 persone e fotografare allo steso tempo è davvero difficile… chiedo venia.

Pps. un ringraziamento speciale alla Stella di CASAMARCHESiNi per l’ instancabile aiuto.