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Alla fine del mio giretto al mercato dagli amici contadini, la Graziella mi dice: “Tien chi! Prova questo, el me xe nato in mexo ai altri ma non capisso cossa che’l xè”

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Sinceramente è la prima volta che lo vedevo, il colore è a dir poco affascinante! Viola!

In casa Marchesini abbiamo ospite per una settimana una ragazza di Gap in Francia, per un progetto di scambio culturale. L’anno scorso Mattia è stato ospite appunto in questa piccola cittadina appena al di là del confine francese, presso la scuola alberghiera Sevigne. Eccoci quindi con Manon a decidere di cucinare qualcosa. Pronti, partenza, via! Mattia ai broccoli, bisogna mondarli e lavarli con molta cura, tanto è la fragilità delle “gemme”, e togliere le parti più grosse e coriacee.

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Manon alla besciamella: non avendo maizena abbiamo optato per la ricetta classica quindi burro, farina, sale, noce moscata e latte caldo

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Una volta che Mattia ha finito il suo lavoro, ho separato ancora le infiorescenze dalle foglie più grandi e i rametti, questi ultimi li ho messi a bollire per 5 minuti (diciamo affinché si siano ammorbiditi).

I broccoletti li ho spadellati direttamente con un filo d’olio e un paio di alicette sott’olio, anche qui bastano veramente 5 minuti, se serve usate l’acqua di cottura delle foglie per cuocerli.

Passo al coltello le parti lessate e le unisco alle cime, altri 5 minuti di “mantecatura”, e poi con l’aiuto del minipimer renderò tutto abbastanza cremoso… anche qui mi aiuto con l’acqua di cottura per rendere il broccolo come una vellutata. Per “abbastanza cremoso” intendo di non insistere troppo con il frullatore, lasciamo una consistenza leggermente più grossolana.

Non ci resta quindi che unire il broccolo alla besciamella in un matrimonio d’incredibile sapore. Questo broccolo misterioso è dolce, tanto dolce che sono andato ad assaggiare se per caso la nostra ospite francese avesse scambiato lo zucchero per il sale nella besciamella.

Tutto bene, sfoglia velo di Giovanni, alla base un paio di mestolini della crema broccolosa e via, pasta, crema, una spolverata di formaggio vecchio di malga grattugiato, pasta, crema e via così fino all’ultimo strato dove abbonderemo con il formaggio per creare una sorta di crosticina dorata e leggermente croccante.

Neanche a dirlo, spazzolato tutto per cena. Leggero e amabile, morbido e ruffiano quanto basta

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