Eccomi con la cronaca in differita del nostro corso di cucina CO.CU.CU. acronimo di “corso di cucina per cuccare!”.
La brigata: Mattia Marchesini, Mattia Luca (per comodità nel chiamarli ho appositamente cercato un compagno di scuola del mio Mattia con il suo stesso nome, logico no?) e il vecchietto fuori corso Me!
Siamo al secondo appuntamento, l’anno scorso da una chiacchierata con il mio amico Nadir è nato questo progetto. Un corso di cucina, anche se io preferisco definirlo una serie di incontri di sensibilizzazione al cibo, ai ricordi e alla buona cucina.
Per ovvi motivi le foto non sono state scattate come al solito dal sottoscritto bensì dalla nostra insostituibile amica Viviana.
Di seguito e come nel mio solito stile “racconto” tutte le ricette trattate.
Per iniziare abbiamo illustrato la cottura della piovra dato che moltissime persone lamentano il fatto che non riescono a renderla morbida. A questo punto però sono tentato di riservare il racconto di questa cottura ai soli partecipanti al corso…
Va beh adesso ci penso…
Nel frattempo vi dico il piatto, semplicissimo: Piovra bollita con alloro, pimento e pepe del paradiso, condita con olio buono e limone, abbinata a dei dolcissimi pomodorini siciliani piccadilly degli amici “sapori dell’ Etna”. Qui le varianti possono essere infinite e le aggiunte a piacere: patate lesse, olive, peperoni freschi, e chi più ne ha più ne metta!!!
Avendo un po’ di acqua di cottura delle piovre ho “improvvisato” una salsa di ceci precotti passandoli al minipimer con del timo, un po’ di sale e una generosa macinata di pepe nero. La piovra tagliata a tranci, infilzata in un piccolo spiedino, andrà intinta nella salsa in un matrimonio fantastico, da provare assolutamente!
Il secondo antipasto: uova e asparagi. Qui le immagini forse faranno capire molto meglio del racconto. L’uovo sodo, tagliato a metà e svuotato dal tuorlo, al suo interno metteremo delle fettine di asparago che avremo precedentemente marinato in olio limone e sale per 1 oretta.
Le puntine degli asparagi (le striscioline le facciamo con il gambo) le sminuzziamo a brunoise e le metteremo all’interno “del nido”.
Per finire, sopra il tutto, il tuorlo sbriciolato grossolanamente e ripassato in padella antiaderente fino a renderlo leggermente croccante. Un filo d’olio e una macinata di pepe saranno il tocco finale. Vi consiglio di “papparvelo” in un sol boccone, come da buon finger food.
Terzo e ultimo antipasto: insalata di pollo. Con insospettabile destrezza i miei impavidi assistenti si sono cimentati in una maionese espressa fatta con la frusta, una vera delizia per i palati più goderecci.
Ecco quindi la base per questa insalata, aggiungeremo del petto di pollo lessato in acqua salata con l’aggiunta di qualche spezia o profumo di vostro gradimento. Noi abbiamo messo del coriandolo indiano fresco e delle bacche di pimento.
A parte la qualità del pollo, che non mi stancherò mai di raccomandare sia sempre di prima scelta possibilmente ruspante, vi consiglio di romperlo in piccoli pezzi stracciandolo con le dita e quindi di non usare il coltello, vi assicuro che il risultato è molto piacevole.
Anche qui, come nell’insalata di piovra, gli ingredienti in aggiunta sono davvero infiniti, noi abbiamo messo dei peperoni spadellati in agrodolce e piselli croccanti (crudi e semplicemente passati in padella con del burro, menta fresca e sale dolce di Cervia gentilmente fornito dal nostro negozio di fiducia Il Granaio di Nadia & Eva).
Per un alternativo piatto di presentazione come si potrà evincere dalle foto, ho scomposto questa insalata: con i piselli ho creato una crema per la base su cui ho adagiato le fettine di pollo lesso, nappatura leggera con la maionese e per finire il peperone dal colore rosso scarlatto. Decisamente molto accattivante!
Ultimo ma assolutamente non per importanza, un antipasto last minute con i meravigliosi, fantasmagorici e dolcissimi asparagi verdi raccolti il tardo pomeriggio stesso dal nostro amico Ale degli Orti di Sant’Angelo.
Il secchio rosso con all’interno questa meraviglia, con tanto di coltello ancora sporco di fango fresco, ne anticipavano la meraviglia.
Semplicemente, come nei bianchi di prima, separate le punte dai gambi, affettati quest’ultimi sottili e marinateli.
Le punte, questa volta le abbiamo leggermente spadellate con del burro di malga e menta, aggiunti a una seconda spadellata di petto di pollo, soia e salvia. servito in una piccola barchettina di bambù, con un pezzettino di pane tostato e alcune delle fettine marinate hanno creato forse “el bocon del prete” della serata, a riconferma che la qualità della materia prima gioca, a mio avviso, un buon 70% del piatto.
Una citazione d’obbligo: agli abbinamenti con i vini sono a cura del maestro Simone Fanton detto “il None”.
Arrivederci, a riscriverci o a rileggerci al prossimo appuntamento con Co.Cu.Cu con la serata dei primi piatti.