iL ViSiTONE ALL’ARTUSi

Il 20 Dicembre è la giornata del visitone alla scuola alberghiera “Pellegrino Artusi” di Recoaro Terme.

Questa scuola è stata costruita negli anni’60 e da li sono usciti molti grandi chef: il mio carissimo amico Gianluca Tomasi, altro mio illustre compaesano Carlo Cracco, Giancarlo Perbellini, Corrado Fasolato e il più giovane stellato Lorenzo Cogo.

Mattia è allievo del terzo anno, ovviamente indirizzo cucina, il suo docente Matteo Lovato è la storia della cucina a Recoaro, ora portata avanti anche dalla figlia. Ieri abbiamo ricevuto i suoi complimenti per il nostro blog e ne siamo entrambi molto lusingati.

Fra i colloqui del mattino e quelli del pomeriggio avevamo 5 ore buche.

Mentre si aspettava, ho conosciuto il padre di un compagno di Mattia, il sig. Fabris il quale mi raccontava di un ristorantino appena fuori Recoaro dove un ometto fa degli gnocchi con la fioretta fantastici. Io gli consiglio il ristorante al Paradiso, che sforna degli ottimi gnocchi serviti con burro fuso, salvia fritta e pancetta, da pauraaaaa.

Morale della favola, noi siamo andati dall’ometto e lui al Paradiso; mi piace quando succedono queste cose, in maniera spontanea.

Allora: l’aspetto del ristorante “Al Molino” è decisamente vintage anni ’70. Ci accoglie un piccolo chef con i capelli bianchi candidi sparati sotto un cappellino. Un sorriso meraviglioso era il preludio di un pranzo fantastico.

“Ghemo sentìo che qua el fa dei gnocchi con la fioretta fantastici, xe vero?” Chiediamo noi.

La sua risposta: “Gnanca parlarghene! Prego accomodeve” .

Una volta seduti ci porge una bottiglia di Malbech della casa, gradevole e leggero alla temperatura perfetta! Lui è lo chef del ristorante, il sommelier, il cameriere, l’addetto alle comande, il tutto eseguito in una sorta di frenetica ma leggera danza tra i tavoli di una piccola saletta rivestita di perline in pino.

Ci porta al tavolo dei piatti roventi e a seguire i magnifici gnocchi, morbidi e leggeri (ne abbiamo mangiati 2 piatti enormi) conditi con un burro noisette profumato. Niente salvia, una spolverata minima di formaggio, nulla più.

Dopo il fantastico primo piatto, lo chef/cameriere/sommelier e per l’occasione anche pasticcere, ci chiede: “Se ve fasso do frittolette, le magneo??” uno scambio di sguardi divertiti e golosi fra me e Mattia e la risposta non poteva che essere affermativa.

Non vi dico la meraviglia: delle frittelle con l’impasto di patate, uvetta, grappa e scorzette di limone, il tutto fritto con maestria superba, non un’impronta di unto sulla carta assorbente.

Non mi piace fotografare i piatti al ristorante ma per l’occasione ho fatto un’eccezione.

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Finito questo piccolo viaggio culinario, ci siamo diretti alla malga Serita su a Recoaro Mille: È l’unica malga aperta tutto l’anno e il suo formaggio stagionato è un portento. Per l’occasione abbiamo preso anche un cotechino e una piccola sopressa, dopo averli visti penzolare dentro alla stanza di affinamento dei formaggi. Siamo molto influenzabili e volubili, specialmente in questi luoghi.

Infine il ritorno a Recoaro per il termine dell’infinito visitone concluso alle 18!!!

Ps. Mio figlio è degno di suo padre, è stato definito dai prof molto intelligente e attivo ma anche, assieme all’altro Mattia, una comare al mercato… 😉