iL QUiNTO QUARTO

IL ROGNONE
Altra parentesi dedicata alle frattaglie, questa volta tocca al rene, volgarmente detto “rognone”.

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La freschezza qui è fondamentale, dopo le 24 ore inizia a diventare “piccante” a livello olfattivo.
Quindi, lo si taglia per lungo per eliminare la parte grassa bianca che c’è al suo interno. Questo grasso viene utilizzato nelle più disparate maniere, per fare i saponi, all’interno di margarine o simil grassi. In inglese si chiama suet ed è un ingrediente tradizionale di alcune pietanze tipiche come il Christmas pudding.

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Diciamo che in cuxina finisce direttamente nell’umido!
Una volta pulito bene lo si lava abbondantemente sotto acqua corrente, per i palati più delicati si consiglia anche un paio d’ore in marinata di acqua e aceto.
Se la freschezza del prodotto è assicurata dopo un’attenta igiene, lo affettiamo e lo passiamo direttamente in padella anti aderente, lo spadelliamo allegramente per far fuoriuscire il sangue, quindi fiamma alta 2 minuti e stop.
In un tegame a parte faremo rosolare dell’olio e aglio e metteremo il nostro rognone a trifolare a fuoco lento, qui la cucina economica sarebbe il top, messo su un angolino e dimenticata. Al bisogno un goccio di vino bianco.
Per nostro gusto abbiamo aggiunto del peperoncino leggermente piccante, ultimamente la passione di Mattia per questa solanacea sta diventando sempre più piacevole.

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A fine cottura, un battuto di prezzemolo fresco e il piatto è pronto.
Come accompagnamento, una cipolla rossa di tropea, tagliata grossolanamente, spadellata in agrodolce con aceto e zucchero moscobado è stata un abbinamento perfetto!
Buonappetito e arrivederci al prossimo “quinto quarto”.

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