iL RAViOLO LiQUiDO

Le cose si fanno complicate! Il piccolo chef di cuxina ha visto in tv una ricetta dello chef Igles Corelli: il raviolo liquido.

Ovviamente noi come sempre vediamo le ricette, oppure assaggiamo qualche piatto e subito ci scateniamo nella “nostra versione di…”

Ammetto che ultimamente abbiamo la fissa della pasta, e per la precisione quella ripiena, i ravioli che passione!!!

Bene allora abbiamo fatto un gazpacho con i pomodori del nostro orto, un po’ di cetriolo, un peperone sempre homemade, una puntina d’aglio, un pesto di cumino e semi di finocchio e del pane raffermo.

Tutto dentro al vaso di fiori che noi usiamo come bicchierone maxi del minipimer, emulsioniamo il tutto con un filo d’olio buono e fino a qui il gazpacho è pronto, adesso uniamo dei fogli di colla di pesce, diciamo 4 fogli per ½ litro circa, a seconda della densità della preparazione.

Mettiamo il tutto in frigorifero per un paio d’ore.

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Il ripieno è formato da un tris di cose buone, la gelatina di gazpacho, la mozzarella e l’acciughetta, un tris d’assi per i miei gusti, semplicemente messi uno sopra l’altro all’interno del nostro raviolo.

La forma del raviolo, va da se, che non deve essere troppo grande perché lo si deve mangiare in un sol boccone.

Come per “magia” la gelatina si scioglierà trasformandosi in un sughetto che abbinato alla mozzarella, anch’essa fusa, darà un effetto incredibile in bocca…

Noi ci siamo resi conto di tutto ciò quando abbiamo preso il primo raviolone per l’assaggio di cottura: era gigante e quando l’ho aperto in due per riuscire ad assaggiarlo mi è fuoriuscito tutto il ripieno… da qui il nome “raviolo liquido”. Ne ho rifatti giusto tre per lo still life piccoli e graziosi!!!

Il condimento è molto semplice, una dadolata di pomodori messa a marinare con largo anticipo con olio, aglio, basilico fresco.

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L’altro ingrediente fico è la colatura di alici, questo nettare di mare, il prodotto del lavoro dell’uomo con memoria antica, pare che se ne parli in epoca romana, ottenuto dai prodotti più poveri del mare: il sale e le alici.

Questa è l’originale di Cetara, un piccolo borgo di pescatori sulla costiera amalfitana, il procedimento è un po’ lungo ma il sunto è che si tratta del succo risultato dalla lavorazione delle alici sotto sale, debitamente lavorato e pulito, ma essenzialmente tutto al naturale, a crudo!

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Ecco quindi una ricetta, leggermente più complessa delle solite, ma di sicuro effetto e sapore. Attenzione! È un piatto per gli amanti del pesce, acciughe e colatura conferiscono a questo piatto il sapore del mare, quello vero!