iL RAViOLO NEL BOSCO

“La piova d’Agosto rinfresca el bosco” diceva sempre la mia nonna…

In effetti è così ma è anche un toccasana per i funghi che iniziano in questo periodo a fare capolino nel sottobosco.

La nostra prima battuta di “caccia” è stata ai Larici: avevamo già narrato in un altro post di queste alture nell’altopiano dei 7 comuni per l’alta densità di malghe, ben 4!

All’uscita dal bosco siamo passati alla malga Dosso di Sotto a prendere il burro d’alpeggio più buono che conosca. Il sapore non è troppo “formaggioso” come molti altri, la signora Paola mi dice che viene lavato molte volte e credo sia questo il segreto, ma è solo una supposizione, fatto sta che è il mio preferito.

In questa malga fanno veramente le cose come si deve e quindi mi sono fatto tentare anche da un asiago fresco di rara bontà: Grasso, giallo, profumato e saporito, non come i soliti Asiago bianchi e insipidi!

La partenza è di quelle serie, alzata alle 4, passiamo a prendere i nostri “compagni di caccia” Paolo e Bruno due vecchi amici esperti fungaioli e poi via verso quel di Canove per fare i permessi. Il bar è sempre il solito, l’altopiano è disseminato di locali che fanno i permessi per i funghi dall’alba, ma il mio amico Paolo non si discosta da questo 😉

A fianco al bar c’era un panificio che sfornava un profumo inebriante di pane fresco, ovviamente ho resistito ben 3 secondi prima di farmi convincere a comprare 2 mantovane fragranti come poche. Ebbene si, devo fare pubblicamente una confessione: per la prima volta ho mangiato un salume già affettato, confezionato in una busta sottovuoto ;( non ricordo la marca, la tristezza alimentare!!!

Vi assicuro che il pane era così buono che il sapore del panino era quasi una sua esclusiva prerogativa!!!

Diciamo che all’uscita dal bosco dopo 4 ore di cammino avrei divorato anche il mio cappellino 😉

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La raccolta è stata parca e per essere sincero quasi tutta per merito di Danijela, la mia dolce metà. Per ridere dico sempre: c’è chi ha il cane da tartufi, io ho la fidanzata da porcini. Ha un occhio di falco per questo fungo come potete vedere dalle foto ha individuato un porcino della grandezza di una nocciolina, sotto agli aghi di un pino, davvero incredibileeeeeee!!!!!

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Bene oggi il piccolo chef di CUXiNA si è cimentato in un raviolo con il misto bosco ed Asiago su fonduta di stravecchio e noce moscata. Un vero delirioooooo!!!!

I funghi debitamente puliti e sminuzzati li spadelliamo con l’olio buono, un paio di becche d’aglio, i gambi del prezzemolo e sale qb.

Un segreto per cucinarli a puntino è quello di usare una padella molto larga fuoco alto, i funghi rilasceranno la loro acqua, spadellate a fuoco sempre vivo e quando quell’acqua si sarà assorbita i funghi saranno pronti! Solitamente la gente insiste troppo nella cottura e li stracuoce, credo sia una sensazione terribile quella dei funghi mollicci sotto i denti!!!

Questo è un segreto dello chef Gianluca Tomasi, spero d’averlo interpretato al meglio, per ora non sono ancora morto!

La pasta del raviolo: farina 60% tipo2 e 40% semola di grano duro, un piccolo particolare è dato dall’infusione di alcuni pistilli di zafferano in acqua calda e poi unita all’impasto: curiosi il colore e il sapore.

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La farcia, semplice semplice, funghi e asiago fresco sminuzzati al coltello, non insistete troppo non deve diventare una pappetta!

LE CONSISTENZE A TAVOLA FANNO LA DIFFERENZA!!!

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Per la fonduta, ½ l di latte, 20gr di maizena e formaggio stravecchio grattugiato a piacere. Una grattatina di noce moscata darà al tutto un particolare aroma pungente che tende a sgrassare la fondutina, attenzione non piace a tutti, quindi a vostro rischio e pericolo, io adoro il rischio!

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Bene la ricetta è pronta, veloce, gustosa, vegetariana ed appagante allo stesso tempo, non male!

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