LE FANTASTiCHE 4

“Belle donne in cuxina”, questo il nome del gruppo su whatsapp che abbiamo creato per coordinare un gruppo del gentil sesso, desideroso di venire in cuxina per vedere i Marchesini all’opera.

Detto fatto, di seguito come ormai avrete imparato (solo per i fedelissimi del nostro blog), il menù raccontato alla “va che vegno” (un vecchio detto veneto per dire: così alla buona).

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All’arrivo delle ospiti, sul bancone capeggiava un cosciotto di prosciutto cotto affumicato della solita amica Tiziana (faremo un post a lui dedicato, lui nel senso del prosciutto) tagliato assolutamente e piacevolmente al coltello su pane pugliese cotto al forno a legna leggermente tostato e con una grattata di cren fresco, una vera delizia.

Le signore piacevolmente colpite da questo inusuale abbinamento ben gradivano la mia ultima scoperta in fatto di vini: il Tocai di Pialli.

Una volta seduti tutti a tavola ho proposto dei germogli di radicchio leggermente condito con olio e aceto balsamico. Sopra, adagiate amorevolmente, un paio di fettine di guanciale affettate sottili sottili sottili, quasi impalpabili! Adoro mangiarli direttamente con le mani.

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A seguire, qualcosa di caldo: una crema speziata di lenticchie rosse con cubetti di cotechino croccante. Credo sia stata la portata più fica (perdonate la licenza poetica, ma quando ci vuole, ci vuole), saporita e decisamente la vera nuovità della serata.

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Il primo piatto il pasticcio di broccolo fiolaro di Creazzo con tasta sale, besciamella light e stravecchio di malga. Sono sincero, sono di Creazzo ma lascio volentieri i broccoli ai miei commensali i quali sembrano aver gradito abbondantemente.

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Il secondo piatto, Germano Marconi, una coppia di germani reali marinati nel favoloso gin di casa Poli, acqua minerale, mandarini e limoni, (nella foto in verità sono in marinatura delle canapiglie della settimana scorsa) diciamo che è la mia marinata preferita per la selvaggina.

La cottura nella “tecia de tera” a fuoco basso per 5 ore con un filo d’olio, delle fettine qua e la di pancetta, salvia, qualche bacca di ginepro, una scorzetta di cedro fresco e una foglia di alloro.  Analizzando il piatto, di un sapore pazzesco, devo dire che il germano alla mia destra si è cotto molto bene, risultando una crema per il palato, il secondo assolutamente è rimasto stoico e duro come fosse di pietra. Da qui un pensiero, la cucina non è mai una scienza precisa, le varianti sono sempre molteplici, le insidie dietro ogni angolo di fogolare.

Per non far sentire soli i due germani, ho messo in pentola anche delle guancette di maiale, loro si sono cotte alla perfezione e il risultato è stato assolutamente commovente!!!

Per finire, avendo una nostra ospite portato una bottiglia di torcolato (abbiamo già lodato questo nettare nel nostro blog), l’abbiamo sacrificata nel nome del magnifico Artusi in un cremoso, spumoso e altrettanto delizioso zabaione.

La stessa ospite, oltre a un magnifico mazzo di erica selvatica e un sacchetto di noci di monte, ha fatto con le sue sante manine dei cantucci alle mandorle da far invidia ai migliori pasticceri toscani che sono finiti inevitabilmente intinti nel nettare all’uovo, cotto con maestria dal piccolo chef di casa Marchesini, Mattia.

Che dire una serata piacevole, passata tra racconti di vita, tavole apparecchiate, sciate alpine, dolci e femminili disegni su tavole di legno…e gin tonic, Marconi!

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