Fine di settembre, arrivano i primi freschi ed essendo metereopatici ci sale la voglia di qualcosa di caldo, cremoso e ruffiano.
Le zucche di Erio sono una garanzia, marina di Chioggia, pezzatura media e la dolcezza è assicurata.
La pulizia è leggermente impegnativa, la buccia è croccante e abbisogna di un po’ di “maniera” nel toglierla a coltello.
Un filo d’olio, 1 bicchiere d’acqua, la zucca tagliata a cubetti, una presa di sale (non molto, avrete tutto il tempo di aggiustarla poi) fuoco medio, coperta per 25 minuti.
Prendiamo quindi il minipimer, questo attrezzo indispensabile specialmente nella cucina moderna dove vanno molto di moda le “cremine” di qualsiasi cosa.
Immergiamo il robot nella nostra meravigliosa creusette arancione di ghisa e iniziamo a frullare, aggiungiamo dell’acqua mano a mano che “chiama”. Regoliamo di sale e una grattatina di noce moscata, non esageriamo. (e non facciamola cadere nella zuppa 😉
A parte, Mattia ha fatto delle sfoglie di pane nero croccante al pepe nero, quest’ultimo ottimo gregario della zucca, abbassa leggermente il dolciastro.
Come condimento abbiamo affettato del tartufo nero dei colli Castellari detto scorzone.
Cosa dire, mangiandola io provo delle sensazioni che nessun altro piatto mi da, già a tavola Mattia e Danijela mi hanno preso in giro, ma trovo questo piatto eccitante, il termine ruffiano non basta più, questa crema va al di là!
Inutile dire che qui la zucca, la sua qualità e la maturazione sono fondamentali, quindi andate dai contadini, prendetele in mano perché il peso è un indice di maturazione e bontà. Erio le passava tutte e mi diceva che le più pesanti sono le più dolci e mature.
#BONTUTTO